jueves, 14 de febrero de 2013

Vivamus mea Lesbia atque amemus...

PER SAN VALENTINO, UNO DEI PIÙ BEI POEMI D’AMORE DI TUTTI I TEMPI…                    (ITALIANO) Viviamo, mia Lesbia, e amiamo e ogni mormorio perfido dei vecchi valga per noi la più vile moneta. Il giorno può morire e poi risorgere, ma quando muore il nostro breve giorno, una notte infinita dormiremo. Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento. E quando poi saranno mille e mille nasconderemo il loro vero numero, che non getti il malocchio l’invidioso per un numero di baci così alto.


(LATIN) (originale)
Vivamus mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis! soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum. dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
(ENGLISH)
Let us live, my Lesbia, and love. As for all the rumors of those stern old men,
Let us value them at a mere penny. Suns may set and yet rise again, but
Us, with our brief light, can set but once. One never-ending night must be slept.
Give me a thousand kisses, then a hundred. Then, another thousand, and a second hundred. Then, yet another thousand, and a hundred. Then, when we have counted up many thousands, Let us shake the abacus, so that no one may know the number, And become jealous when they see. How many kisses we have shared.
Breve storia di CATULLO...
L’amore di Catullo e Lesbia, nonostante la delicatissima situazione delle donne romane di fronte all’amore, è un vero esempio da ricordare nel giorno di SAN VALENTINO.
CATULLO, grande poeta romano,  nacque a Verona (Italia) nel primo secolo avanti cristo e visse soltanto una trentina d’anni. Compose il Liber, composto da 116 carmi (o poesie), quasi tutti a sfondo amoroso e dedicati a Lesbia, ricchi di emozioni e sentimenti.
Clodia era il vero nome di Lesbia, pseudonimo usato da Catullo per mascherare la sua amante, dieci anni più vecchia di lui. Apparteneva all’alta aristocracia ed era già una donna sposata quando Catullo la conobbe.
È detto che l’immenso amore di Catullo per lei non fosse del tutto ricambiato, infatti mentre alcune delle sue poesie mostrano l’amore infinito nei suoi confronti, altre invece cantano il suo acuto odio.

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